Un’educazione che promuova l’ecologia è basata essenzialmente sulla conoscenza delle leggi naturali.

La natura è maestra perché in grado di insegnare antiche leggi, eterne saggezze, basilari per la vita degli uomini che le hanno dimenticate o perse nell’affannarsi tipico della contemporaneità.

Come anticipato nello scorso post ci viene in aiuto il fisico Capra che in modo conciso e efficace mette a punto i principi base dell’ecologia per una formazione nuova e rispettosa dell’ambiente.

Stiamo cercando di comprendere come la nostra vita sia strettamente collegata a quella di tutti gli altri esseri, umani, non umani, vegetali, in un sistema dinamico e interdipendente, dove il benessere degli uni è anche il benessere degli altri e la rovina di qualcosa ha sempre conseguenze anche sugli altri elementi dell’insieme.

Fritjof Capra scrive nel già citato Ecoalfabeto, a pag 41:

“Quando il pensiero sistemico viene applicato allo studio delle relazioni multiple che collegano tra loro i membri della famiglia terrestre, si possono distinguere alcuni principi base.

Possono essere chiamati principi ecologici, principi di sostenibilità, o principi comunitari; oppure si possono persino chiamare i fatti essenziali della vita. Serve un programma scolastico che insegni ai nostri bambini i seguenti fatti fondamentali della vita:

1 un ecosistema non genera rifiuti, dato che gli scarti di una specie sono il cibo di un’altra;

2 che la materia circola continuamente attraverso la rete della vita;

3 che l’energia che alimenta questi cicli ecologici deriva dal sole;

4 che la diversità garantisce la capacità di recupero;

5 che la vita sin dai suoi primordi, più di tre miliardi di anni fa, non ha conquistato il pianeta con la lotta ma con la collaborazione, l’associazione e la formazione di reti.

Insegnare questa conoscenza ecologica, che è anche un’antica saggezza, sarà la funzione più importante dell’istruzione del prossimo secolo”.