Terrananda

La natura è maestra

Author: Filippo Rossi

Come Osate!

L’intervento all’Onu di Greta Thunberg: “Non dovrei essere qui, dovrei essere a scuola dall’altra parte dell’oceano ma voi avete rubato i miei sogni e la mia infanzia con le vostre parole vuote.

È tutto sbagliato. Io non dovrei essere qui. Dovrei essere a scuola dall’altra parte dell’oceano. Eppure venite tutti da me per avere speranza? Come osate! Avete rubato i miei sogni e la mia infanzia con le vostre parole vuote. Ciò nonostante, io sono una delle più fortunate. C’è gente che soffre. C’è gente che sta morendo. Interi ecosistemi stanno collassando. Siamo all’inizio di un’estinzione di massa. E voi non siete capaci di parlare d’altro che di soldi e di favoleggiare un’eterna crescita economica. Come osate!

Per più di 30 anni la scienza è stata molto chiara. Come osate continuare a distogliere lo sguardo e a venire qui a dire che state facendo abbastanza, quando non si vedono ancora da nessuna parte le politiche e le soluzioni che sarebbero necessarie? Con gli attuali livelli di emissioni, il nostro limite di CO2 rimanente sarà consumato in meno di 8,5 anni.

Dite che ci “ascoltate” e che capite l’urgenza. Ma, a parte il fatto che sono triste e arrabbiata, non voglio crederci. Perché se voi capiste pienamente la situazione e continuaste a non agire, allora sareste malvagi. E io mi rifiuto di crederci.

L’idea diffusa di dimezzare le nostre emissioni in 10 anni ci dà solo il 50% di possibilità di rimanere al di sotto di 1,5 gradi centigradi, con il rischio di innescare reazioni a catena irreversibili al di là di ogni controllo umano.

Forse per voi il 50% è accettabile. Ma questi dati non considerano i punti di non ritorno, la maggior parte dei circoli di retroazione, il riscaldamento aggiuntivo nascosto provocato dall’inquinamento atmosferico tossico o gli aspetti di giustizia ed equità. Contano anche sul fatto che la mia generazione e quella dei miei figli assorbirà centinaia di miliardi di tonnellate della vostra CO2 dall’aria con tecnologie quasi inesistenti. Un rischio del 50%, quindi, è semplicemente inaccettabile per noi, noi che dovremo convivere con le conseguenze.

Per avere una possibilità del 67% di rimanere al di sotto di un aumento della temperatura globale di 1,5°C — la migliore probabilità fornita dall’Ipcc (Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici) — al 1° gennaio 2018 il mondo aveva 420 gigatonnellate di anidride carbonica rimanenti da poter emettere. Oggi questa cifra è già scesa a meno di 350 gigatonnellate. Come osate far finta che questo problema possa essere risolto lasciando che tutto continui come prima e con qualche soluzione tecnica? Con gli attuali livelli di emissioni, quel limite di CO2 rimanente sarà completamente esaurito in meno di otto anni e mezzo.

Oggi non verranno presentate soluzioni o piani in linea con queste cifre. Perché questi numeri sono troppo scomodi. E non siete ancora abbastanza maturi per dire le cose come stanno.

Ci state deludendo. Ma i giovani cominciano a capire il vostro tradimento. Gli occhi di tutte le generazioni future sono su di voi. E se scegliete di deluderci vi dico che non vi perdoneremo mai. Non vi permetteremo di farla franca. Qui, ora, noi diciamo basta. Il mondo si sta svegliando. E il cambiamento sta arrivando, che vi piaccia o meno.

Grazie

Ringraziamo tutti coloro che hanno partecipato al flashmob di ieri a Pontedera, condividendo un intento, un progetto, un sogno.

Ci auguriamo che questo gruppo di persone cresca e resti unito nel desiderio di agire verso una nuova alleanza uomo/natura.

Chiara e Filippo

Caro albero, tu sei qui, ed è per questo che io sono qui (Thich Nhat Hanh).

Il monaco buddhista zen Thich Nhat Hanh, in un’intervista del 2005 per RaiNews24 a Castelfusano, ha immaginato che un albero potesse parlarci.

Il ruolo dell’uomo nel riscaldamento globale

No alle false informazioni sul clima. Il riscaldamento globale è di origine antropica

Inizia così la lettera aperta promossa da Roberto Buizza, fisico all’Istituto di Scienze della Vita della prestigiosa Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e coordinatore dell’iniziativa federata sulla climatologia con Scuola Normale Superiore e Scuola IUSS Pavia.

Chiediamo – si legge all’inizio della lettera aperta – che l’Italia segua l’esempio di molti paesi Europei e decida di agire sui processi produttivi e il trasporto, trasformando l’economia in modo da raggiungere il traguardo di ‘zero emissioni nette di gas serra’ entro il 2050.

Qui trovate la lettera completa e l’elenco dei firmatari

FlashMob: Ricordarsi e prendersi cura della Natura.

Per dare visibilità e risonanza alla nostra intenzione e all’urgenza di migliorare il rapporto umano con l’ambiente, in direzione di un maggior rispetto e cura, proponiamo un FlashMob alle ore 18.30 il prossimo Sabato 7 Settembre a Pontedera (PI) di fronte alla Chiesa del Crocifisso.


Chiediamo a chi parteciperà di portare:

  • un cartello da fissarsi sulle spalle con un messaggio semplice (positivo e non politico) sul rispetto per la natura
  • un seme o un piccolo albero da piantare e di cui prendersi cura una volta messo a dimora in terra.

Ci raccoglieremo in meditazione in cerchio per alcuni minuti intorno agli alberi ed i semi portati e poi ognuno provvederà a recarsi sul luogo dove intende seminare o piantare l’albero che ha portato con se.

Ti ringrazio se vorrai condividere questo post.

Come rispondere alle politiche consumistiche che stanno bruciando l’Amazzonia?

Come analizzato nel nostro recente post le politiche che stanno bruciando da venti anni la foresta amazzonica sono legate alla produzione di soia per allevamenti animali e di carne destinata in buona parte all’esportazione verso l’Occidente di cui facciamo parte.

Potremmo dilungarci su molte azioni che chiunque di noi può quotidianamente compiere per rispondere in modo individuale a questo continuo e progressivo abuso della natura, ma per ragioni di spazio ci concentreremo su tre possibili azioni concrete collegate al proprio stile alimentare:

Per chi è onnivoro: mangiare meno carne e mangiarla solo proveniente da allevamenti alimentati con prodotti coltivati nel nostro paese e in grado di garantire il massimo rispetto possibile per animali e ambiente.

Per chi è vegetariano o vegano: consumare soia certificata biologica e proveniente da paesi che rifiutano gli OGM e non dal Sudamerica e informarsi sull’eticità dei prodotti acquistati.

Per tutti: prendersi cura della natura che ci circonda, piantare dove possibile un albero in modo che possa aiutare le generazioni che verranno, ed insegnare questa cura a chi verrà dopo di noi, come nel racconto di Jean Giono “L’uomo che piantava gli alberi”.

Chi sta bruciando l’Amazzonia?

Emerge una risposta poco scontata dall’analisi di The Guardian sul tema della deforestazione dell’Amazzonia. Possiamo partre da queste considerazioni e farci qualche domanda in merito:

  1. Nel 2019 siamo a 79.000 “punti fuoco” in tutto il Brasile, cioè quasi il doppio rispetto all’anno scorso
  2. Il 99% di questi incendi ha origine umana volontaria, e vengono alimentati soprattutto per convertire terreni in colture di soya a fini di alimentazione animale, e in pascoli estensivi.
  3. L’anidride carbonica è la causa principale dell’effetto serra, e quando una foresta brucia “libera” nell’atmosfera grandi quantità di carbonio. Secondo il servizio europeo Copernicus, gli incendi di quest’anno in Amazzonia hanno già prodotto 230 milioni di tonnellate di CO2, ed aumentare la CO2 immessa nell’atmosfera significa aggravare il riscaldamento climatico, che rende probabili altri incendi, e così via, in un circolo vizioso.
  4. Se incendi e deforestazione arriveranno a riguardare il 25%-40% della foresta (per ora siamo intorno al 15%), l’ecosistema non sarà più in grado di regolare il proprio clima e la foresta Amazzonica potrebbe trasformarsi in una savana come era già 55 milioni di anni fa.
  5. La carne è uno dei principali prodotti di esportazione del Brasile, e l’Italia ne è uno dei principali importatori (30 000 tonnellate/anno – soprattutto per carni lavorate di bassa qualità – aumentate col recente accordo UE-Mercosur a 100.000 t/anno).
  6. Gli animali non sono allevati su terreni sottratti alle foreste primarie, tuttavia spesso sono alimentati con la soia proveniente dal sudamerica, responsabile di deforestazione.

A questo punto vi lasciamo con tre domande per continuare questa analisi, e con un breve video sugli Indios che vivono a contatto con questa tragedia da anni:

  • Quanto lo stile alimentare occidentale è responsabile della deforestazione in Amazzonia?
  • Quanto viene destinato alla cooperazione ambientale da parte dell’Europa e dell’Italia in particolare?
  • Quanto viene invece destinato a sostenere i consumi domestici di prodotti responsabili di deforestazione?