Terrananda

La natura è maestra

Author: Chiara Gasperini

Verso il cambiamento

woman walking along dessert under blue sky during daytime

“Un cambiamento negli stili di vita potrebbe arrivare ad esercitare una sana pressione su coloro che detengono il potere politico, economico e sociale. Accade anche quando i movimenti dei consumatori riescono a far sì che si smetta di acquistare certi prodotti e così diventano efficaci per modificare il comportamento delle imprese, forzandole a considerare l’impatto ambientale e i modelli di produzione. Quando le abitudini sociali intaccano i profili delle imprese, queste si vedono spinte a produrre in un altro modo. Questo ci ricorda la responsabilità sociale dei consumatori. Acquistare è sempre un atto morale oltre che economico. Per questo, oggi, il tema del degrado ambientale chiama in causa i comportamenti di ognuno di noi”.

Queste sono parole di Mario Bergoglio, e spingono ognuno di noi a riflettere su quanto, fare la spesa o compiere altre azioni, come, tra le tante, per esempio, scegliere il proprio gestore telefonico o dell’energia elettrica, siano atti di estrema responsabilità perché hanno conseguenze di tipo economico e quindi politico e perciò sociale. Noi consumatori invece, troppo spesso, siamo spinti solo dal prezzo di ciò che compriamo, nell’immediato. Ma c’è un altro prezzo da valutare, quello a lungo termine.

Principali minacce alla biodiversità

Le principali minacce alla biodiversità sono distinguibili tra primarie e secondarie. Tra le prime possiamo annoverare la distruzione dell’habitat ad opera di progetti come strade, autostrade, dighe, attività minerarie, urbanizzazione in aree che sarebbero abbondantemente caratterizzate dalla varietà di piante e animali.

Un’altra causa importante è un pensiero dominante che crede che sostituire la diversità con l’omogeneità nella silvicultura, nella pesca, nell’allevamento o nell’agricultura sia economicamente più proficuo. C’è un pensiero che crede che la diversità vada a scapito della produttività e che invece, monocoltura e uniformità siano sempre la strada migliore da seguire per profitto.

La diversità è invece la base della stabilità ecologica e sociale. (Cfr. Vandana Shiva, Monocolture della mente, Bollati e Boringhieri, Torino, 1995).

Non è difficile osservare come la natura faccia crescere vicine piante diverse e coabitare svariati animali nello stesso habitat poiché si crea un vantaggioso equilibrio.

Il nostro attuale modo di coltivare la terra, invece, o, ancora peggio, di allevare gli animali si basa sull’uniformità: campi e campi di grano…migliaia di polli assiepati nello stesso capannone.

Questo modo di fare, secondo l’autrice citata, impoverisce di risorse il terreno e costringe a utilizzare più prodotti chimici. Come ammassare migliaia di animali della stessa specie in uno stesso luogo, crea con facilità il propagarsi di malattie tra gli stessi e rende necessario ricorrere a antibiotici o altre sostanze, (oltre a essere sbagliato da un punto di vista del rispetto per la loro vita che così si impoverisce e diventa solo funzionale al nutrimento umano).

Si rende necessario allora, scegliere di alimentarsi con prodotti della terra che provengano da una agricoltura che rispetta le piante e si avvicina quanto più possibile al modus operandi di Madre Natura.

Monocolture della mente

La coltivazione della terra riflette il nostro modo di pensare e di concepire le relazioni interpersonali?

Secondo Vandana Shiva, scienziata e filosofa indiana, attivista, la risposta è senza dubbio affermativa ed è questo pensiero che ha sviluppato, alcuni anni fa, in un volume chiaro e conciso, Monocolture della mente, edito da Bollati e Boringhieri nel 1995.

“La diversità è il carattere distintivo della natura e il fondamento della stabilità ecologica. Diversi ecosistemi danno luogo a forme di vita e culture diverse. La coevoluzione delle culture, delle forme di vita e degli habitat mantiene intatta la diversità biologica del pianeta. Diversità culturale e diversità biologica si tengono“. pg.64.

Non ci può essere un solo modo di coltivare la terra, perché ogni habitat ha specificità diverse. Tuttavia, il paradigma monoculturale, diffusosi ovunque e teso a eliminare le diversità nelle coltivazioni, è frutto di un pensiero che globalizza, impoverendo la ricchezza delle specificità, sia biologiche che culturali.

Intento

Questo sito intende diffondere consapevolezza riguardo alla responsabilità di ognuno di noi nei confronti del pianeta e vuole essere, inoltre, un’occasione di incontro tra chi ha la volontà di compiere azioni concrete a difesa della natura promuovendo iniziative a tal proposito.

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